IL RESOCONTO E LE PAGELLE DI CAMILLO

LIVIDI E FIORI

Cosa resterà di questa edizione di Sanremo? Per quanto riguarda le canzoni, vedremo con il tempo quali motivi verranno canticchiati, chissà poi se al chiaro di luna, in qualche romantica serata estiva,  qualcuno strimpellerà con la chitarra i  7000 caffè di Alex Britti, cercando di emularlo.

Patrizia Laquidara ha parlato di lividi e di fiori, Carlo Verdone ha detto che tali due parole potrebbero essere il titolo di un film, forse pensando a “Pane e tulipani”, a me ispira una serie di regali da fare a qualche signora e a qualche signore di questa edizione festivaliera.
Per adattarmi al buonismo imperante, inizio dai fiori.

10 fiori li merita sicuramente la simpaticissima e bravissima cantante, autrice, musicista e quasi ingegnere Dolcenera, che sicuramente non farà la fine (“desaparecida”) della sua conterranea salentina Cinzia Corrado, regina tra i giovani a Sanremo 1985.  Apprezzo moltissimo l’essersi ispirata, nella scelta del suo nome d’arte, a una canzone di Fabrizio De Andrè, ma i 10 fiori sono dovuti al coraggio che ha avuto, durante la premiazione,  di parlare dei personaggi kafkiani. Brava Dolcenera, penso a questi codardi schiacciati dai sensi di colpa o alle loro vergognose metamorfosi… Chissà in quali persone, tra quelle che gravitano intorno al pianeta chiamato canzonetta italiana, la ragazza si è imbattuta.

9 fiori  vanno a Sharon Stone. Motivo? Il grande savoir-faire, che le ha impedito di infierire sul rincoglionito Pippo Baudo, la cui gaffe resterà memorabile. “A chi somiglia suo figlio?”, questo le ha chiesto Pippo, dimentico del fatto che il  figlio è stato adottato. Lei ha risposto, senza scomporsi: <<Mio figlio ha il mio viso, e il corpo di suo padre>>.

8 fiori li mando a Cammariere. Quella parola che dice spessissimo, "situation" , rischia di diventare un rarissimo caso di inglesismo coniato da un cantante calabro (“In questa situation mi trovo bene”,  la situation internazionale non è cambiata di molto” ecc.).   Dalla bocca di Mino Reitano,  altro grande interprete di questa regione, non è mai uscito nulla di simile, sebbene lui conosca il mondo e abbia cantato con i Beatles quando era emigrato in Germania.

7 fiori, sempre per la parola "situation" vanno alla Gialappa's, esempio di come possa bastare una sola parola per prendere per i fondelli Pippo Baudo.

5 fiori e 5 lividi sono di pertinenza di Serena Autieri, per le mutande ogni tanto fuoruscite dalla minigonna. 5 fiori vengono offerti da certi miei amici voyeur, i 5 lividi te li devi procurare tu, cara Serena, schiaffeggiandoti: sei molto brava a cantare, ballare e recitare, non hai bisogno di far colpo in altri modi, recita dunque il “mea culpa”!

50 lividi spero che restino per un po’ di giorni (chi ha il coraggio di picchiarli, pero?)  a ciascuno dei quei "capoccia" RAI  che hanno fatto sì che l’Azienda abbia sborsato oltre 300.000 euro per l’esibizione di Sharon Stone.

1000 lividi? Tutti sul simpatico faccione di Massimo Ghini,  che ha osato farci morire di invidia baciando in bocca Serena Autieri in diretta televisiva (i maschi italiani non furono altrettanto invidiosi di Roberto Benigni nel 1980, quando baciò sulle labbra Olimpia Carlisi…).


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